Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia
Guarda questo monologo.
A me è piaciuto molto e so di essere di parte.
Paola è la mia attrice preferita lo ammetto.
Cosa ne pensi?
Mi lasciano perplessi i commenti apparsi su Facebook che rimandano alla stessa logica del bullismo (Era meglio se lo scazzottava….uno dei commenti) .
Cosa ci aspettiamo da un monologo di questo tipo?
Che ci racconti la realtà così com’è?
O che ci racconti visioni altre possibili?
Io preferisco la seconda.
Un bullo “sconfitto” dall’abbraccio della vittima non è credibile? Forse.
Potrebbe essere una realtà auspicabile? Potrebbe essere
Il senso di questo monologo l’ho inteso così.
E così intendo la funzione dell’educazionee del “mio” marketing, del racconto e della narrazione.
Regalarci visioni possibili sul mondo che vogliamo o che vorremmo. Attivare energie e connessioni per realizzarlo, quel mondo.
La realtà ce l’abbiamo sotto gli occhi, a volte non la vediamo o non la comprendiamo.
Rimane sempre e comunque filtrata dalla nostra esperienza. Per questo possiamo cambiarla. Perchè in fondo è già un’altra quando ci mettiamo “insieme” agli altri.
Così succede quando avviene un incontro sincero tra persone. A scuola, in azienda o per la strada diventiamo co-costruttori di realtà desiderate o indesirate. Siamo noi gli artefici e possiamo decidere cosa fare.
La realtà non è mai data ma è costruita. Non dimentichiamocelo.
PS: il monologo è scritto sulla suggestione della canzone “Il guerriero” di Marco Mengoni.